Nei due decenni successivi alla rivoluzione di Khomeini, mentre le strade e i campus di Teheran erano teatro di violenze tremende, Azar Nafisi ha dovuto cimentarsi in un’impresa fra le più ardue, e cioè spiegare a ragazzi e ragazze esposti in misura crescente alla catechesi islamica una delle più temibili incarnazioni dell’Occidente: la sua letteratura. Il risultato è uno dei più toccanti atti d’amore per la letteratura mai professati – e insieme una magnifica beffa giocata a chiunque tenti di interdirla.
Libertà di espressione, oppressione politica, resilienza femminile, potere della letteratura, identità culturale.
“Leggere Lolita a Teheran” offre uno sguardo intenso e commovente sulla forza della letteratura come mezzo di resistenza e sulla lotta delle donne per la libertà e l’autodeterminazione in un contesto di oppressione politica e sociale.
Il film ha ricevuto recensioni generalmente positive. È stato elogiato per la profondità delle interpretazioni, in particolare quella di Golshifteh Farahani nel ruolo di Azar Nafisi, e per la capacità di rappresentare in modo toccante la resilienza delle donne iraniane di fronte all’oppressione.